Adeguamento istat 2023

Adeguamento Istat 2023

L'aggiornamento anti-inflazionistico secondo i dati annuali Istat consente alle parti di pattuire aumenti del canone durante lo svolgimento del contratto. Un vantaggio per il proprietario dell'immobile, che di fronte all'aumentato tasso d'inflazione potrà richiedere a chi affitta un canone più alto per adeguarsi ai prezzi correnti.

I dati, del resto, parlano chiaro: l'Istat evidenzia infatti che dallo 0,3% del giugno 2020 e dall'1,4% del giugno 2021 si è passati al 7,8% del giugno 2022 e all'8,6% del settembre 2022, con una variazione percentuale di ben l' +11,4%.

Questa situazione consente al locatore la possibilità di aggiornare il canone, gravando ancor di più sull'affittuario che, in quanto titolare di un esercizio commerciale, potrebbe già trovarsi in difficoltà a causa dell'aumento dei prezzi delle materie prime.

È da ricordare, comunque, che si può aggiornare l'adeguamento al 75% del canone, con possibilità di portarlo al 100% in caso di:

  • contratti con una durata superiore ai sei anni, con proroga di altri sei (D.L. n.207/2008 art. 41)
  • contratti con un canone superiore a 250mila euro (D.L. n. 133/2014 art. 18)

Per poter procedere all'adeguamento è necessario che all'interno del contratto sia contenuta una clausola in cui è espressamente previsto: nell'ipotesi in cui questa non sia contemplata, il locatore non può pretenderlo.

Per quanto riguarda i contratti commerciali, la normativa oggi in vigore (Legge n. 392/1978 art. 32) prevede che l'aumento Istat debba necessariamente essere richiesto in via preventiva annualmente. Al contrario, l'aumento in maniera automatica senza la richiesta preventiva è ritenuto nullo.

Per poter procedere con l'adeguamento non è strettamente necessaria una raccomandata, a patto che il contratto non la preveda. Al locatore sarà infatti sufficiente inviare la bolletta di pagamento o la fattura, che indica il nuovo canone da pagare adeguato agli indici Istat.

Una volta richiesto ufficialmente, l'aggiornamento è dovuto a partire dal mese successivo alla richiesta e si calcola prendendo come base il canone inizialmente previsto e tenendo in considerazione la variazione Istat, ridotta al 75% salvo i casi sopra citati, verificatasi tra il momento di determinazione del canone originario e il momento della richiesta (si tratta del cosiddetto criterio della variazione assoluta).

È infine da ricordare che l'aggiornamento Istat non è obbligatorio, ma spetta al proprietario decidere se richiederlo o meno. Nel caso che per qualche annualità non venga chiesto, il locatario non potrà pretendere gli arretrati.

Adeguamento Istat 2023

L'articolo Adeguamento Istat 2023 proviene da Quotidiano del Condominio.

Camilla Leone

Mi chiamo Camilla e sono un esperto appassionato del Condominio System. Con anni di esperienza nel settore condominiale, sono in grado di fornire consigli preziosi, bonus esclusivi e suggerimenti utili su tutti gli aspetti che riguardano la gestione dei condomini. Dal calcolo degli stipendi alla risoluzione di problemi comuni, sono qui per aiutarvi a ottenere il massimo dal vostro portale condominiale. Con me al vostro fianco, gestire il vostro condominio sarà più facile e più efficiente che mai.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Go up